La presenza al TOC Festival del Circolo Colsalvatico con la mostra “L’importante è che la morte ci trovi vivi” sul grande umorista Marcello Marchesi è stata anche l’occasione per ripensare il Premio Colsalvatico, giunto ormai alla ottava edizione, con il tema ormai consolidato: “L’umorismo, un modo di guardare la realtà”. Saltata la solita cadenza biennale negli anni pari per il terremoto del 24 agosto e, successivamente, del 26 e 30 ottobre, occorreva certamente rivedere le ragioni di una proposta del genere in una realtà completamente nuova e drammatica.
L’umorismo, per noi.
Mai abbiamo creduto all’umorismo come una forma di evasione dalla realtà, una parentesi nella vita, per fare un po’ di aria nei polmoni, prima di rituffarsi a vivere in apnea, senza respirare. Non ci interessava allora, quando abbiamo pensato al premio con in mente i grandi umoristi, da Chesterton a Lewis, a Marchesi, a Guareschi – per dirne solo alcuni – fino allo stesso nostro Colsalvatico, con il sorriso che trasmette in molta parte della sua narrativa.
Come pure abbiamo sempre sottolineato che per noi l’umorismo non è derisione, quanto l’osservazione dei propri ed altrui limiti ed errori, che comunque non sono l’ultima parola sulla vita, in cui si affaccia la carezza di una misericordia.
Si può parlare di umorismo dopo il terremoto?
Ma basta questo per rimettersi in moto e riproporre ancora il Premio, dopo il terremoto ed i suoi effetti devastanti, sempre più evidenti?
Il Papa, nel suo incontro con terremotati del dicembre scorso ricordava l’urgenza di ricostruire l’umano. Le mani usate per tirar su i muri e per abbracciare. La ripresa e la crescita dei rapporti tra persone.
Allora, se l’umorismo nasce da come si guarda la realtà (sempre Papa Francesco, in una successiva occasione diceva di sé: “il senso dell’umorismo è l’atteggiamento umano più vicino alla Grazia di Dio”), vogliamo vedere se e come è possibile cogliere e suscitare il sorriso guardando la realtà, anche quella umana terremotata. Non una realtà qualsiasi: proprio i paesi del nostro territorio, con case crollate o inagibili, chiese e luoghi di incontro chiusi, opere d’arte inaccessibili, persone costrette a vivere altrove, … ma con la vita che comunque pulsa in chi è potuto rimanere e cerca di tornare, nei luoghi che a fatica riprendono ad essere vissuti, nei paesaggi che mantengono la loro armonia, nei prodotti che le mani sapienti rendono unici.
Ecco la sfida che lanciamo prima di tutto a noi stessi e che proponiamo ai concorrenti di questa nuova edizione del Premio Colsalvatico.
Nuova modalità di partecipazione.
Chiediamo agli autori di confrontarsi ancora di più con questa provocazione, come abitanti o visitatori attenti del nostro territorio, sapendo derivare dall’incontro con persone, situazioni, paesaggi, strade,… un sorriso che vorranno raccontare con parole scritte e immagini fissate.
In mente possiamo avere i grandi scrittori (Goethe, Stendhal,…) che hanno visitato il nostro Paese, lo hanno amato e ne hanno scritto; ma forse ancora di più il nostro Colsalvatico, che si muoveva sempre con i suoi foglietti su cui appuntava ciò che diventava spunto di un racconto, di una poesia. Con un profondo attaccamento alla sua terra, come espresso nel suo scritto “Lo spirito della terra marchigiana”.
Non più lunghi racconti già pronti ed inviati: agli autori chiediamo di dedicare un paio di giorni per girare per le nostre strade e vie, fotografare (per fissare lo sguardo avuto) e raccontare, descrivere, con un brevissimo scritto, riuscendo a restituire al lettore il sorriso che lo sguardo sulla realtà della nostra terra ha suscitato.
Invitiamo i concorrenti non a ridere di noi, ma a sorridere con noi.
Quando.
Un weekend estivo (in via di definizione), per agevolare la partecipazione sia degli abitanti del territorio che di quanti vorranno impegnare due giorni delle loro vacanze per incontrarci. (Stiamo verificando la possibilità ed opportunità di offrire agli scritti condizioni agevolate di permanenza).
Come.
Durante questa breve permanenza i partecipanti dovranno scattare delle foto (5, con qualsiasi mezzo) ed accompagnarle con un breve scritto (2000-3000 battute max): racconto, cronaca, impressione,…
(Fotografo e scrittore possono essere o meno la stessa persona).
Collaborazione.
In attesa di predisporre il bando definitivo, chiediamo a tutti di condividere con noi questa sfida, offrendo idee, suggerimenti, disponibilità, per costruire insieme questo nuovo Premio Colsalvatico.
Qualunque indicazione sarà preziosa, ma ciò che conta di più è fare di questo un’occasione di incontro tra persone.
Chiunque può contattarci: 3290833095 // 3920669348 (anche whatsapp e facebook)
segreteria@colsalvatico.it